I borghi sardi


Siete in coda a una gelateria del centro di Firenze con 50 persone davanti a voi. Fa caldo. Un cliente lecca soddisfatto il gelato che ha appena conquistato dopo 30 minuti di attesa. Allora iniziate a pensare. Perché siamo tutti qua? È possibile che sia questa l’unica gelateria buona? Allora cominciate a cercarne un’altra e scoprite posti deliziosi ma vuoti. Ecco, questo è il senso dell’associazione “I borghi più belli d’Italia”.

È nata nel 2001 con l’obiettivo di far conoscere le bellezze nascoste di paesi italiani che i turisti purtroppo ignoravano. La Sardegna conta in tutto 9 borghi che sono stati scelti da questa iniziativa: Atzara, Bosa, Carloforte, Castelsardo, La Maddalena, Lollove, Posada, Sadali, Tempio Pausania.

L’associazione vuole raccontare dei luoghi unici dell’Italia, con una storia e una cultura che meritano di essere vissute e apprezzate. Questo impedisce lo spopolamento che colpisce dei paeselli che non offrono più speranza ai propri abitanti. Quando questi se ne vanno, chi resta a prendersene cura?

C’è un piccolo borgo vicino a Nuoro in Sardegna che racconta bene questo problema, Lollove. Qui il tempo si è fermato, cosa che non è però successa al degrado delle sue strade e dei suoi edifici. Questi infatti sono in pessime condizioni e nel 2022 è stato inserito nella lista per cercare di fermare questa situazione. 

Nel paese è stata anche aperta la prima locanda, per offrire un assaggio dei piatti tipici alle persone che scelgono di visitare il borgo. Questo è anche l’unico esercizio commerciale del borgo, che d’ora in avanti potrà offrire un futuro ai propri abitanti.

Una sorte simile è toccata a Sadali, che si era quasi svuotato nel ‘900 e lo sta facendo di nuovo oggi. Animato da molti torrenti sotterranei, conserva uno dei meglio conservati mulini a vento d’Italia. I flussi d’acqua creano una cascata stupefacente che porta chi la vede a chiedersi come mai non avesse mai sentito parlare prima di un luogo del genere.

È importante sottolineare che l’associazione “I borghi più belli d’Italia” non vuole dirottare su questi luoghi sperduti maree di persone che snaturerebbero lo spirito dei paesini. L’obiettivo è invece quello di promuovere un turismo responsabile che può coesistere con un territorio antico e fragile. 

Per questo motivo il sito e la guida cartacea dell’associazione non si limitano a riportare gli aneddoti interessanti o i posti da vedere di questi paesi. Invece, creano delle schede sui borghi divise in varie sezioni, tra queste: il nome e la storia, il genius loci (lo spirito del luogo), da vedere, i sapori del luogo.

È interessante in particolare la parte sullo “spirito del luogo”. Essa dimostra come questa iniziativa dà l’opportunità ai paesini di raccontare la propria identità e allo stesso tempo di preservarla. In un mondo sempre più attento alla sostenibilità, l’associazione vuole unire il concetto di turismo a quello di amore e cura per il territorio.