Tombe di giganti in Sardegna: misteri e proprietà curative



Nella terra degli antichi nuragici si contano circa 800 tombe di giganti.

Ma cosa sono le tombe dei giganti della Sardegna? Si tratta di particolari complessi di lastre di pietra conficcate verticalmente nel terreno, camere funerarie di dimensioni notevoli, lunghe fino a 30 metri e alte 3 metri. La disposizione è alquanto singolare, ricorda il muso di un toro con le sue corna. Le loro origini e le enormi ossa contenute al loro interno restano tutt’oggi uno dei più affascinanti misteri dell’isola.

La particolarità di questi siti e i loro oltre 3 mila anni di storia attirano ogni anno curiosi, esperti archeologi e non solo: le tombe dei giganti sono importanti mete di pellegrinaggio. Leggenda narra, infatti, che questi antichi templi siano stati costruiti in modo tale da canalizzare potenti energie curative.

Chi erano i giganti sardi? Storia e archeologia dei luoghi

Perché vengono chiamate tombe dei giganti? La risposta è presto detta. Parte del mistero e della suggestione che oggi avvolgono questi antichi templi megalitici deriva delle loro origini: la maestosa grandezza delle lastre di granito porta a immaginare i loro costruttori come uomini robusti e possenti, alti parecchi metri ed in grado di sollevare con agilità i massi che danno forma ai sepolcri. Ma l’immaginazione non è l’unica a farci credere che queste tombe siano appartenute a dei giganti: leggenda vuole che al loro interno furono trovate ossa umane di dimensioni notevoli, giganti per l’appunto.

Giganti o non giganti che fossero questi antichi abitanti della Sardegna, la regione è comunque costellata da circa 800 siti di sepolture giganti. Pare che gli antichi nuragici li usassero per svolgervi alcuni riti funebri, oltre che per seppellirvi i propri cari. E alcuni archeologi rivedono nella disposizione delle lastre la forma di una donna partoriente, simboleggiante il principio della rinascita dopo la morte.

L’energia terapeutica delle tombe dei giganti

La disposizione delle lastre rispetto all’asse terrestre, i riti funebri e il simbolismo che tiene unite nascita e morte non sono un caso: si dice infatti che questi luoghi di sepoltura collettiva fossero in grado canalizzare le onde elettromagnetiche del pianeta e di irradiare nel corpo umano energia curativa. La forma di testa di toro (o di donna partoriente) non sarebbe altro che un’antenna, un medium fra l’organismo vivente della Terra e quello dell’essere umano. Una sorta di medicina nucleare, o magneto-terapia naturale.

Non è difficile immaginare gli antichi nuragici che tentano di curare i propri cari prima di dar loro l’estremo addio. Persino oggi non sono poche le persone che, dopo essere state in contatto col granito delle tombe, sostengono di essere guarite da alcuni malanni, come mal di schiena, discopatia e dolori reumatici. A questi casi la scienza ufficiale non ha ancora trovato risposte, mentre da tempo la cristalloterapia segnala le proprietà benefiche e curative del granito di queste lastre: in virtù della loro disposizione rispetto l’asse terrestre, sarebbero in grado di sprigionare energie positive e benefiche per l’essere umano.

Nella speranza di ricevere benefici da queste pietre, visitatori e pellegrini in visita alle tombe dei giganti si mettono in fila per poggiare la propria schiena contro il granito della grossa pietra centrale, oppure si sdraiano per una trentina di minuti su quelle laterali.

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